Associazione Orafa Lombarda
fondata nel 1945
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Preziosi
L'ORO E I GIOIELLI
LA CURA DEI GIOIELLI:
Se avete acquistato un gioiello in oro 18 carati (750 parti d’oro su 1000) non avrete mai problemi.
I gioielli d’oro non richiedono cure particolari, tuttavia è bene seguire alcune norme semplicissime.
■ Tenete i gioielli d’oro in un panno soffice, separati gli uni dagli altri, per evitare graffiature.
■ Cosmetici, profumi e lacca per capelli contengono ingredienti che possono reagire con i metalli in lega (solo per i gioielli a basso titolo).
■ Non indossare i gioielli durante le pulizie domestiche: sostanze abrasive potrebbero danneggiarne la superficie.
■ Portate periodicamente i monili dal vostro gioielliere che potrà ristabilire la perfetta lucentezza con una pulitura professionale.
■ Ecco un semplice suggerimento per un bagno detergente ai vostri gioielli: in un recipiente d’acqua versate un liquido detergente delicato, meglio alcalino anziché neutro. I detergenti a base alcalina fanno risplendere la lega poich é neutralizzano tutti i residui acidi (sali e cloruri ad esempio). Pulite con uno spazzolino, risciacquate in acqua tiepida, asciugate bene e delicatamente.
DALLA MINIERA AL MERCATO:
TUTO L'ORO DEL MONDO
La quantità d’oro estratto dall’inizio della storia dell’ umanità ad oggi stimata in circa 121 mila tonnellate; ogni anno si aggiungono circa tre mila tonnellate di nuova estrazione.
Le miniere d’oro si trovano in Sudafrica, negli Stati Uniti d’America, in Australia; in Russia, nel Canada, in Cina, in Brasile, nelle Filippine.
DOVE SI TROVA TUTTO L'ORO DEL MONDO?
Le stime degli economisti offrono una proporzione semplice: il 30% nelle riserve delle Banche Centrali (come ad esempio la Banca D’Italia, la Banca d’Inghilterra), il 20% nelle mani dei privati (sotto forma di monete o di lingotti per investimento) e il 50% in prodotti di gioielleria e oreficeria.
L’oro ha una funzione ornamentale ma anche monetaria, in quanto riserva di valore: dalle banche e dal gioielliere si possono acquistare lingottini, medaglie e monete per investimento.
Fra le monete d’oro più famose ricordiamo il marengo italiano, la sterlina inglese, il kruggerand sudafricano, il maple leaf canadese. Pare che la prima moneta in oro risalga al II millennio a.C.; sicuramente le monete d’oro erano in circolazione in alcune città greche nel VII secolo a.C.
DUE VOLTE IL GIORNO
Alle 10,30 e alle 15,00 d’ogni giorno, nella Gold Room della Banca Rothschild a Londra, cinque operatori stabiliscono il prezzo ufficiale dell’oro. Il prezzo del fixing è il punto di confluenza di richiesta e offerta d’oro da tutto il mondo. Le due riunioni alla Gold Room sono il rispetto di una ormai consolidata tradizione britannica. In realtà il prezzo dell’oro è fissato molte volte in un giorno, in tutte le principali Borse mondiali.
Tenero e forte
L’oro molto tenero, ma con l’aggiunta d’altri metalli può diventare molto forte. Per fabbricare gioielli si aggiungono percentuali d’argento, di rame, di zinco, di palladio e d’altri elementi. Si dice allora che la lega “indurita”, quindi l’oro può essere ridotto in filo o lastra per passare alla lavorazione. Tali metalli servono anche per modificare i colori dell’oro e rendere la superficie più liscia.
LA BOTTEGA DELL'ORAFO
L’artigianato orafo è una professione molto diffusa con profonde radici locali, con specializzazioni regionali, con disegni fatti su misura per i clienti. Alcuni artigiani orafi sono specializzati nella cesellatura, altri nella filigrana, altri ancora nella granulazione oppure fabbricano la catena a mano.
La bottega dell’orafo, con crogioli incrostati, cannelli per la fusione manuale, bulini, archetti da traforo e martelli, bottiglie d’acido è una realtà che – per fortuna – sopravvive ancora e non solo nei piccoli centri. Anche nelle metropoli dell’Europa, nei cortili del centro di Milano è possibile ritrovare la bottega del maestro artigiano.
LA FABBRICA ORAFA
Soltanto alla fine dell’Ottocento, l’industria dell’oro fu in grado di concentrare capitali e risorse per costruire complessi industriali. Oggi nelle fabbriche orafe molti processi sono condotti con tecnologie raffinate. L’oro, che arriva in forma di lingotti, viene fuso insieme alla lega madre nei forni fusori regolati dal computer. La barra che esce è laminata per ottenere una lastra o trafilata per ottenere il filo. Il diametro del filo da immettere sulle macchine a catena può essere molto piccolo: è possibile scendere a spessori inferiori a 0,10 millimetri. Nel caso dello stampaggio, occorrono lastre di diversi spessori, su cui la pressa potrà imprimere le sagome desiderate. La tecnologia viene in aiuto all’uomo anche nella fase della saldatura degli anelli della catena. La giunzione delle maglie può essere realizzata tramite polvere di saldatura nei forni, oppure con un contatto elettrico e anche con il laser, che può saldare fino a 300 maglie il minuto. Alta tecnologia è usata anche nella produzione di catene vuote, nella microfusione e nell’elettroformatura.
QUANDO SI ACQUISTA UN GIOIELLO:
NON È TUTTO ORO CIÒ CHE LUCCICA
Quando si acquista un gioiello è opportuno accertarsi sempre del “titolo”, che indica la quantità d’oro puro presente in ogni monile.
La quantità d’oro puro può essere misurata in carati o in millesimi.
L’orafo usa la scala millesimale e miscela l’oro e gli altri metalli (lega madre) in proporzione di millesimi. Un gioiello a titolo 750, contiene 750 parti d’oro puro e 250 parti di lega.
Se usiamo la definizione in carati, il nostro gioiello a 18 carati.
In Italia, per tradizione e cultura, tutti i gioielli d’oro hanno il titolo a 750 millesimi d’oro (18 carati). Nei Paesi orientali i gioielli hanno un titolo più alto: 916 millesimi, 990 millesimi e sono creati anche in oro puro, a 999 millesimi.
In altri Paesi (ad esempio gli Stati Uniti d’America, la Germania, l’Inghilterra) i gioielli possono avere un titolo inferiore ai 750 millesimi.
AVVICINARSI ALL'ORO
Ogni gioiello – per legge – deve riportare in modo visibile il bollo con l’indicazione del titolo, cioè della quantità d’oro fino contenuta e il marchio d’identificazione, che permette di individuare l’origine e il produttore. Il titolo si trova espresso solo in millesimi poiché la legge italiana così impone. In Italia tutti i gioielli sono a 750 millesimi di titolo.
L’acquisto di un gioiello d’oro una cosa seria. È bene non comperare da venditori occasionali. Fidatevi del vostro gioielliere AOL: non solo vi guiderà nello stile e nel design, ma vi fornirà spiegazioni sul titolo dell’oro, vi aiuterà nella scelta, nella cura e nella pulizia dei vostri gioielli e sarà a vostra disposizione per le riparazioni e le eventuali modifiche nel design. Il vostro gioielliere AOL vi informerà sulle ultime tendenze della gioielleria.
UNA STORIA D’ORO
La lucentezza e la rarità dell’oro e dell’argento hanno da sempre attribuito un particolare valore simbolico a questi metalli che fin dall’antichità sono stati utilizzati, da soli o con pietre o smalti, per la realizzazione di ornamenti o di oggetti di particolare prestigio.
IL MEDITERRANEO CROGIOLO DELL'ARTE ORAFA
Nell’ideale classifica della storia orafa, il Medio Oriente ha inizialmente battuto l’Europa. I gioielli più antichi risalgono agli ultimi secoli del IV millennio avanti Cristo e furono trovati in Mesopotamia. Anche l’ Egitto ebbe certamente una buona tradizione orafa, come dimostrano i gioielli rinvenuti nelle tombe. I Fenici, grandi commercianti, diffusero i loro manufatti d’oro e d’argento in tutta l’area mediterranea e certamente influenzarono l’oreficeria etrusca, che si fuse poi con la tradizione orafa greca.
In realtà, fino all’epoca del basso Impero romano, la gioielleria ebbe un carattere di grande cosmopolitismo, in cui si fondevano le diverse influenze dei popoli mediterranei.
I LONGOBARDI MAESTRI DELL'OREFICERIA
A partire dal IV secolo dopo Cristo la gioielleria ebbe un notevole rinnovo stilistico: fino ad allora il gioiello classico era stato principalmente un manufatto d’oro e le pietre vi avevano svolto una parte accessoria molto modesta, da quel momento il gioiello divenne un ornamento fatto di perle e pietre incastonate a cabochon o incorniciate con filigrana. Le popolazioni che via via giunsero in italia e in particolare i Longobardi dimostrarono grande esperienza nella lavorazione del metallo e l’oreficeria, tecniche che ben si confanno alla vita nomade.
Risale al VI secoli il piatto augurale in argento dorato donato da Teodolinda alla basilica di Monza. La chioccia con i pulcini sono simbolo forse della regina Teodolinda attorniata dai duchi longobardi oppure simbolo della Chiesa, che raccoglie attorno a sé i suoi credenti. Per quanto riguarda l’oreficeria sacra possiamo ricordare la “corona ferrea”, donata da Teodolinda alla basilica di San Giovanni di Monza, e così chiamata per la lamina di ferro al suo interno che per la tradizione è ricavata da un chiodo della croce di Cristo. L’esterno presenta l’uso delle diverse tecniche di oreficeria, tra cui gemme incastonate, paste vitree, fiori realizzati a sbalzo e particolari in filigrana.
NASCE LA TRADIZIONE DELL'OREFICERIA LOMBARDA
Fin dall’alto medioevo a Milano lavoravano numerosi artigiani esperti nella lavorazione dell’oro e dell’argento come testimonia anche la toponomastica della città: la via Orefici era una delle loro sedi privilegiate. Dalla bottega milanese dell’orafo franco Vuolvinio proviene uno delle opere più rilevanti dell’oreficeria alto medioevale: è l’altare d’oro di Sant’Ambrogio.
La crescente religiosità del periodo medioevale favorì la crescita dell’oreficeria religiosa con le tecniche dello sbalzo e dello smalto; in queste opere si espressero sia la tradizione bizantina sia quella carolingia e successivamente del gotico.
Dalla bottega lombarda dei fratelli de Predis, proviene il tabernacolo di Rivolta d’Adda conservato al museo Poldi Pezzoli di Milano e realizzato con smalti policromi su argento cesellato e dorato. Capolavoro dell’oreficeria lombarda del XV secolo, presenta caratteri stilistici legati alla miniatura e all’arte vetraria. La morbidezza del disegno e la sapiente armonia degli smalti testimoniano un legame con la contemporanea cultura leonardesca lombarda .
Se nel rinascimento l’oreficeria, pur facendo uso di gemme e smalti, presenta anche significativi nessi con la scultura e il rilievo, nel seicento e nel settecento l’orafo prende ispirazione dalla rottura dei moduli classici compiuta in architettura. La duttilità dell’oro e dell’argento gli consentono di realizzare ardite modulazioni.
Accanto alle opere di oreficeria sacra che la tradizione orafa lombarda continua a produrre anche ai nostri giorni, non mancano in questi secoli anche numerosi manufatti di gioielleria, di cui rimangono soprattutto documenti iconografici.
NASCE L'INDUSTRIA ORAFA
La rivoluzione industriale tra Settecento e Ottocento portarono in Europa un benessere materiale tangibile. Nuovi ceti borghesi entrano in scena. Il gioiello d’oro è un elemento indispensabile per l’ornamento dei gruppi sociali emergenti. Gli artigiani orafi attrezzano i loro laboratori per una produzione più vasta. Orecchini e spille sono stampati con piccole presse a pedale. La prima macchina per la fabbricazione della catena è costruita in Francia nel 1782. Nel 1822 viene brevettata in Inghilterra la macchina per la produzione della catena “coda di volpe”. A cavallo dei due secoli furono aperte le prime fabbriche orafe, in Germania e in Italia.
QUALITÀ E DESIGN
Il nostro Paese vanta molti primati nel campo orafo: è al primo posto per la quantità di produzione, per l’esportazione di gioielli, per il numero delle aziende, per la storia e la tradizione dell’oreficeria, per la qualità , le innovazioni tecnologiche e l’abilità nel design. Inoltre, grazie alla rete di negozi orafi d’elevata professionalitquantà e competenza, l’Italia ha il primato per l’acquisto di gioielli d’oro.
Milano, centro della Lombardia, capitale mondiale della moda e del design, ospita oggi i negozi più lussuosi, dove fare shopping un “must” per tutti coloro che amano il nuovo ed il bello.
Gli orafi, attenti osservatori di un mondo che cambia, percepiscono e decifrano le modifiche nel gusto e nel comportamento, rinnovando i loro gioielli nella forma, nel volumi, nel design. Creano nuovi stili e nuove tendenze. I grandi nomi della gioielleria italiana hanno in città una propria sede e gli abili maestri artigiani lombardi realizzano splendidi inimitabili gioielli. Milano e la Lombardia sono centro del commercio e della produzione di gioielleria, oreficeria ed argenteria: le aziende più importanti di questo settore fanno parte dell’Associazione Orafa Lombarda.
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